Il commissario Rimoldi non molla

Una settimana dopo il ritrovamento del cadavere della donna sotto il ponte dei murazzi, il commissario Rimoldi cominciava a sentirsi scoraggiato. Nonostante gli sforzi non era riuscito ad ottenere dei progressi. La cosa che più gli dava fastidio era che con il passare dei giorni l’omicidio di quella donna aveva perso gradualmente di interesse. Le statistiche le conosceva bene: se un caso non veniva risolto nelle 48 ore immediatamente successive le probabilità di arrivare ad una soluzione calavano bruscamente, come la temperatura in una notte di gelo.
Eppure… Rimoldi non voleva darsi per vinto. il sostituto procuratore gli aveva assegnato un altro casa da seguire, una lotta tra bande si spacciatori che si contendevano il territorio tra barriera di milano e la colletta. Ci si era dedicato controvoglia, delegando molti dei suoi compiti ai ragazzi del suo staff.
Ne aveva parlato con Ornella una sera a cena da lei a Milano. Lo aveva ascoltato attenta con i gomiti appoggiati sul tavolo e il viso appoggiato al dorso delle mani intrecciate. Rimoldi aveva parlato con sincerità del suo attaccamento al caso e alla sua volontà di dare un nome al volto di quella donna.
“Giancarlo, ciò che dici e senti ti fa onore. Ma non sempre nella vita riusciamo ad arrivare fino in fondo.”
Rimoldi si sentì innervosire dentro sentendo quelle parole e non ne fece mistero.
“Be’ io non rinuncio. Piuttosto mi prendo ferie ma non mollo.”
Ornella si alzò per sparecchiare e lo guardò negli occhi prima di recarsi nel cucinino. Non disse niente, ma il messaggio era chiaro: “Fai come credi.”
Quello sguardo a metà tra la critica e l’ammirazione lo sentiva ancora dentro. Chissà perchè non riusciva a liberarsene. Al contrario, lo disturbava al punto di aumentare la sua cocciuta intenzione di dedicarsi di più alla soluzione del delitto.
“Commissario, abbiamo una novità” disse l’appuntato Tedeschi sporgendosi dalla porta dell’ufficio.
“Si?”
“Il delitto della donna dei Murazzi. Abbiamo una denuncia di persona scomparsa che potrebbe essere lei.”
“Fammi leggere” disse Rimoldi. Tedeschi fece tre passi e gli sporse il foglio della denuncia.
Rimoldi lo lesse con cura. I tratti fisici della scomparsa erano molto somiglianti con quelli della donna. Colore dei capelli, statura, morfologia.
La denuncia era stata fatta da una signora anziana, Matilde Porrovecchio, residente in corso Casale, quindi non lontano dal luogo del ritrovamento del cadavere.
“Tedeschi, prendi la macchina.”
“Ma commissario, il viceprocuratore?”
Rimoldi attese un attimo.
“Che si fotta!”

domenica bestiale

una domenica passata tra brividi di freddo e male ai denti non la consiglio a nessuno. questa influenza veloce(?) ha colpito duro mettendomi ko. in più la nevralgia ha aggiunto il suo bel carico, un po’ come a briscola.
non ci voleva proprio.
sospetto di avere un ascesso nascosto da qualche parte perchè ho la guancia destra gonfia e dolente. ho chiamato il dentista e lasciato un messaggio in segretaria. l’infermiera mi conosce da anni e quando sentirà la mia voce dire ” se chiamo a quest’ora è perchè sono proprio alla frutta” capirà che non sto scherzando.
per cui rimango in attesa di essere chiamato e fissare un appuntamento.
ovviamente ho passato la notte sul divano ben coperto e al caldo. di trascinarmi nel letto manco a parlarne. l’idea di sentire il freddo delle lenzuola mi faceva venire da sola i brividi. sono crollato di brutto, mentre seguivo il basket in streaming. mi sono svegliato a pancia in su, nella posizione in cui la guancia mi faceva meno male.
ora sono in ufficio. di stare a casa non ne avevo voglia. come non volevo deprimermi nella gestione di questo stato di malessere fisico. in più ho voluto venire in ufficio per tenere lontani i pensieri che nascono spontanei quando ho troppo tempo a disposizione per pensare.
meglio in ufficio dunque, seduto immobile e con le medicine a portata di mano sulla scrivania.