“lunes” non è il plurale di lune in inglese, bensi lunedì in piemontese. dato che su due blog che seguo si parla del lunedi mi aggrego per parlare del mio lunedi, o lunes.
per cominciare sono a casa. oggi l’azienda fa chiusura per il ponte del primo maggio, per cui essendo domani festa, questo lunes è come se fosse un sabato e domani sarà come di domenica. è un po’ complicato ma la percezione del tempo ha le sue regole cui mi affido spesso e con fiducia.
cosa fare di questo lunes, allora? in primo luogo godermi il tempo (si anche del tempo parliamo spesso su questi blog) a disposizione. fa bello ed è meglio approfittarne per fare due passi prima di pranzo. le gambe sono affaticate dall’allenamento di ieri mattina e hanno bisogno di sciogliersi un po’.
apro una parentesi
(
a questo proposito forse è stato un bene che l’ospite del torino2run non si sia fatto vedere dandomi libertà di gestione assoluta. pace: si è persa un’esperienza interessante.
)
chiusa parentesi
pomeriggio orientato alla mostra fotografica di palazzo reale cui potrei abbinare una birretta al mio rifugio spirituale prima di rientrare a casa.
ecco il lunes di oggi, ma solo di oggi. il prossimo sarà un lunedi lavorativo con tutti i fiocchi e controfiocchi. non ci penso e non ci voglio pensare.
dei lunedi passati non mi va di parlarne. sto scoprendo che poco alla volta il passato si sta allontanando dai miei pensieri. fa parte di uno dei tanti punti per raggiungere il benessere interiore: non vivere ne passato. come ben sappiamo il passato non si può cambiare ed è la base su cui costruiamo il futuro. ma è possibile prenderlo e metterlo in uno sgabuzzino e lasciarlo li senza che ci possa fare male, come l’uomo nero delle favole o dei racconti del terrore che ci spaventavano da bambini.
si, oggi è un lunes che mi darà soddisfazione.
“bun lunes a tüti quanti”