Il commissario Rimoldi in viaggio

Il commissario Rimoldi passò il resto della giornata al computer alla ricerca di analogie con casi simili. Arrivò a sera senza avere trovato niente di significativo e decise che era ora di tornare a casa. Uscì dal suo ufficio e attraversò il corridoio dove incrociò due colleghi che salutò velocemente.
Scese in strada e si diresse alla macchina. Non sarebbe andato a casa ma a trovare Ornella a Milano. Avrebbero passato la serata assieme e anche se avrebbe dovuto guidare avanti e indietro per l’autostrada non lo vedeva come un problema.
Imboccò la tangenziale in direzione est e come d’incanto sentì che il corpo iniziava a rilassarsi. Da buon sbirro sapeva che comunque non avrebbe mai raggiunto quello stato di rilassamento completo: la sua professione lo aveva marchiato in profondità impedendogli di non avere sempre i sensi all’erta.
Fu così che si accorse, lungo il percorso, che qualcosa di strano stava accadendo al distributore dove si era fermato a fare benzina. Fu un lampo di luce riflesso che attrasse la sua attenzione. Si voltò a vedere meglio in direzione del negozio del distributore. Vide subito l’uomo con il cappello scuro che impugnava un coltello in direzione del commesso. Era stata la lama di quel coltello a rimbalzare nella sua direzione il raggio di luce.
Senza aspettare rimise a posto la pistola del carburante nel suo alloggiamento e slacciò il laccio della fondina della sua pistola d’ordinanza. Si mosse piano, protetto dall’ombra della tettoia e si accucciò di fianco alla porta scorrevole in attesa.
Non dovette attendere molto: il rapinatore uscì di corsa e nella foga non si accorse del braccio che gli diede una spinta che lo fece cadere nella siepe ornamentale messa li accanto.
“Ma che cazz…”
Non riuscì a dire di più: il ginocchio di Rimoldi lo pressava sul petto a pieno peso mentre, guardandolo negli occhi, gli diceva che era in arresto.
Mezz’ora dopo, le volanti della polizia lasciavano il distributore con a bordo il rapinatore. Non c’era altro da fare: Rimoldi avrebbe scritto il suo rapporto domani mattina in ufficio. Il gestore del distributore lo volle ringraziare offrendogli una cena a casa sua. Rimoldi con cortesia non accettò.
“E’ stato il mio dovere. Non deve ringraziarmi. Ora però devo andare.”
Sul cellulare trovo nu messaggio di Ornella: “Sei in ritardo? Un altro ladro catturato?”
Rimoldi sorrise: Ornella non sapeva quanto era andata vicino.
“Arrivo” le scrisse e si avviò.

appunti e memorie

Andare a letto a mezzanotte passata ha il vantaggio di portarti alla sveglia delle sei e mezza in un attimo. La notte fila via liscia e il sonno è come un treno che parte senza fare fermate.
Con nelle gambe l’allenamento del pomeriggio/sera è stato facile addormentarsi. Dopo cena sul sofà ho lasciato che un film banale mi tenesse compagnia per poi risalire di qualità guardando una puntata di Expanse, telefilm di fantascienza non banale.
Ieri mentre correvo ho incrociato più volte un collega che di solito incontro in coda in mensa. Alto almeno un metro e novanta mulinava le gambe come un airone senza ali che cerca di spiccare il volo. Ogni falcata sarà stata di almeno due metri. Strano che mantenga l’equilibrio e non cada ad ogni buca o scalino. Ci siamo salutati ad ogni incrocio e di sicuro oggi attaccherà bottone parlando dei suoi chilometri fatti.
Cresce l’attesa per il secondo film i blade runner. Ricordo lo stupore magico di quando ho visto il primo nel 1982. Lessi il libro che venne tratto dal film assieme alla novella di philip dick che ispirò il film. Era l’epoca d’oro dei film di fantascienza: la triade composta da guerre stellari, alien e blade runner rimangono tutt’ora il riferimento per questo genere cinematografico. Un giovane vittorio che divorava affamato i libretti di urania si stava formando. Di li a poco la scuola sarebbe finita e sarebbe iniziata la sua vita da giovane adulto.
Sono contento che dentro di me è rimasto vivo il senso di quel periodo della mia vita fatto di ricordi felici e di momenti magici. Tra spade laser e androidi incazzati la vita aveva un altro sapore.