e se domani?

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Lunedì 2 gennaio 2017. notte

con il pomeriggio a disposizione decido di andare al cinema e lanciarmi in un’abbuffata di sushi come cena.

Lo spettacolo delle 18.30 è perfetto. Tenendo conto della durata delle pubblicità e del film arrivo alle 21, orario giusto per andare a mangiare

il film che ho visto si intitola passengers ed è un polpettone romantico ambientato nel futuro a bordo di una nave interstellare diretta ad una colonia terrestre al di fuori del sistema solare.

Begli effetti speciali, senza dubbio, ma la trama…

potrei definirlo un giulietta e romeo del futuro, senza il genio della scrittura di shakespeare.

Ma vogliamo buttarlo via del tutto questo film? Oggi siamo bravi e uno spunto positivo lo troviamo nella frase: ci intestardiamo a pensare a dove vorremmo essere per non accorgerai elle opportunità che ci sono dove siamo.

Frase generica e valida per tutte le occasioni che però oggi si incastra bene nel discorso affrontato con lancia libera sulle relazioni con gli altri. La possiamo tradurre nel prenditi il buono e non pensare al resto. Saggio no?

Siccome in questi giorno abbiamo vissuto due situazioni simili a distanza penso che il prendersi il buono sia la cosa migliore da fare. Sarà il tempo (ancora lui!) a dirci cosa fare o a cosa rinunciare.

Per me rimane basilare mantenere comunque la giusta distanza. Si sa che osservare una forma troppo da vicino impedisce il coglierla con interessa; da troppo lontano se ne perdono i dettagli. Ci vuole il giusto spazio per osservare bene l’altra persona e capire se qualcosa di buono per noi c’è oppure no.

Tempo, amore, futuro, destino… quante cose assieme

home sweet home

Domenica 1 gennaio 2017. notte.

Si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera. Se dovessi seguire questa regola potrei dire che l’anno nuovo è iniziato bene. Ed è vero. Questa giornata appena trascorsa è stata una giornata che mi è piaciuto vivere sotto tutti gli aspetti.

Una bella gita in francia al mattino; pranzo leggero defatigante e infine pomeriggio in ambiente familiare con, a sorpresa, una partita a biliardo. E dico che il biliardo era riscaldato, cosa di non poco conto.

Rientrare a torio è stato veloce, anche grazie a chi mi ha dato un passaggio e alle chiacchiere che abbiamo scambiato nelle due ore di viaggio.

Ho avuto un attimo di smarrimento quando ho aperto la porta di casa: il corridoio buio, il silenzio in casa. Giusto un attimo più breve di un battito di ciglia.

Messo a posto tutto e riempito la lavatrice mi sono messo sul divano a riguardare le fotografie scattate in questi giorni. Diventeranno un bell’album di ricordi.

Ho scritto di come questo passaggio di anno abbia avuto un impatto pressoché nullo. Nel nostro stare assieme tra amici non c’è stato un momento in cui ci siamo detti che l’anno stava finendo e che uno nuovo stava prendendo il suo posto. Abbiamo brindato seguendo il conto alla rovescia in televisione, ma a bicchieri svuotati abbiamo ripreso a giocare a dama cinese come facevamo due minuti prima.

Questo per dire che non ci sono secondo me dei limiti al tempo che trascorre e che viviamo. La terra gira. Il sole sorge e tramonta. Le stelle ruotano nel cielo scuro. Se non ci fosse stato da festeggiare avrei continuato a giocare e a chiacchierare.

È arrivato un nuovo anno e nulla è cambiato dentro me grazie al suo arrivo. Ciò che ho provato e ragionato nei miei pensieri è partito da me e non dal calendario.

Siccome il cenone è piaciuto ho lanciato l’invito per la prossima cena a base di pesce da me, al Club Arcadia