venerdi 20 gennaio 2017, notte.
da dove comincio? dall’inizio di questo pomeriggio dopo il lavoro. ero d’accordo con la ex moglie che sarei passato da lei a prendere la cassetta degli attrezzi e altri oggetti che potevo essere interessato a tenere.
la ex e mio figlio si stanno per trasferire dopo che abbiamo venduto la casa, finalmente!.
per cui sono passato e sono salito a casa, dove ho vissuto tanti anni. non mentirò: un pò di nostalgia mi è venuta quando ho visto gli scatoloni e i tappeti ammassati e raccolti pronti per essere imballati.
sono passati dieci anni da quando ho lasciato casa e famiglia. tutt’altro che pentito sono passato ogni tanto quando andavo a trovare mio figlio. ora che mancano pochi giorni all’addio definitivo… si, un pò lo sto patendo.
mi farò forza e mi dirò che la mia vita è su binari così lontani da non incontrarsi più, neanche all’infinito. è stata una scelta loro e non mia. se la porteranno dietro per sempre.
avevo bisogno di evadere e sono uscito da solo diretto in centro. mi sono fermato in un locale che ha appena cambiato gestione e serve apericene sushi di vario tipo e prezzo. ho preso la più abbondante e sono rimasto soddisfatto. il responsabile si è avvicinato circospetto a chiedere se andava tutto bene. ho sfoderato il mio sorriso migliore e ho risposto che si era tutto buono. me lo sono comprato.
dopo il sushi e il dolce mi ha offerto la grappa che come mio solito ho bevuto in un sorso, tipo chupito. ha sgranato gli occhi e quando gli ho detto che anche la grappa era buona l’ho visto contento.
ok, dai, la serata è passata e ti attende il relax pre-dormita. domani mattina ci sarà da fare la spesa e sistemare casa. le faccende domestiche mi rilassano: basta che ci sia della buona musica a farmi compagnia. non chiedo molto: giusto lo stare tranquillo e godermi la mia arvadia