tempo

lunedi 23 gennaio 2017, stratosfera

time dei pink floyd è un pezzo particolare.

l’inizio con lo scampanellio seguito dal tic toc fatto con il basso elettrico…

basterebbe questi pochi secondi ad eleggerlo come storia del rock.

lo userei come suoneria per la sveglia del mattino ma non mi alzerei affatto.

oggi si è parlato di orologi molli e di tempo. mi sembrava giusto chiudere il cerchio con un omaggio musicale.

mumble mumble

lunedi 23 gennaio 2017, notte

premetto che questo post presenta delle frasi poco educate.

l’idea mi è venuta in mente oggi pomeriggio. immaginate se i nostri pensieri diventassero visibili, come nei fumetti. saremmo fregati: tutti leggerebbero cosa stiamo pensando e dovremmo, a questo, punto trovare un espediente per non fare capire agli altri le nostre intenzioni.

ecco quindi tre frasi di uso comune trasformate in frasi innocue, o in codice

  1. ma vaffanculo diventa ma vai a cogliere margherite in alaska
  2. mi sono rotto le palle diventa ho voglia di andare in giardino a raccogliere albicocche
  3. mi hai rotto la minchia diventa mi hai straforconato il covone

oppure non pensiamo  niente e facciamo prima

 

 

fm

lunedi 23 gennaio 2017, pomeriggio

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questo post non è dedicato a freddie mercury, che meriterebbe ben di più di ciò che finora ha ricevuto alla memoria.

mentre guardavo questo video dal vivo ho pensato che all’epoca non erano ancora stati inventati i maxischermi che oggi fanno da sfondo ai palchi durante i concerti. immaginate che spettacolo sarebbe stato vedere freddie mercury cantare e muoversi sul palco con le dimensioni di un gigante buono.

i queen hanno riempito gli stadi con la loro musica e l’energia del loro frontman. se avessero avuto a disposizione la tecnologia di oggi? non riesco ad immaginarlo

 

 

 

 

Darkman

lunedi 23 gennaio 2017, mezzogiorno o giù di li

scrivo di fretta che tra poco c’è la pausa pranzo

mi è tornato in mente un momento della gara di ieri mattina che mi ha fatto riflettere.

ero agli ultimi chilometri e mi affianca un runner anche lui vestito di nero. sento un vago aroma di canfora e gli chiedo se si era passato l’olio canforato sui muscoli. lui ammette il fattaccio e ci ridiamo sopra.

capisco che è più veloce di me e gli dico di andare pure che tanto io mi sono assestato sul ritmo che mi porterà al traguardo. lui si volta e mi dice: sai, soffrire è temporaneo; mollare è per sempre. mi saluta e se ne va.

l’ho rivisto ad una svolta dove ci siamo incrociati e gli ho urlato “mai mollare!!!”. mi ha risposto con un grazie, quasi a dire che in quel momento ne aveva bisogno.

ecco, questo episodio mi ha detto che bisogna sempre andare avanti e se si soffre pazienza, perchè se molli poi non riprendi più ciò che hai lasciato

buon appetito

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il titolo del post è il numero verde del call center di poste italiane.

ho dovuto contattarlo perchè ho ricevuto in buca l’avviso di passaggio del portalettere alle 11 di mattina. è passato per consegnarmi il duplicato della patente rubata a fine dicembre. ovviamente non ero in casa e manco hanno pensato di avvertire del passaggio, ammesso che si  possibile.

in un era dove si spinge e si pubblicizza l’italia 2.0, la consegna di un documento importante è legato all’aleatorietà del momento. in altre parole al culo di essere presente in quel momento.

d’accordo: se questa è la regola allora seguiamola. venerdi scorso ho provato una ventina di volte a chiamare ma sono stato sempre rimbalzato. stamattina invece ho preso la linea al primo colpo. in base alle esperienze passate ho aspettato ad esultare e ad esaltare.

l’operatore è disponibile e mi pilota nella richiesta di una nuova consegna. alla mia domanda posso dare un altro indirizzo? risponde che non è possibile e quindi non posso farmela mandare al lavoro. chiedo a che ora posso richiedere l’appuntamento e l’operatore mi risponde che decide il portalettere. cioè si può fissare il giorno ma non l’ora.

se il portalettere è passato alle 11, mi dice, probabilmente ripasserà a quell’ora. e se non passa o passa che non sono a casa? l’operatore risponde: rifà la richiesta.

abbiamo trovato la dimostrazione del moto perpetuo.

concludo: giovedi mattina prenderò permesso e rimarrò a casa in attesa, come la piccola vedetta lombarda, del postino. gli salterò sulle spalle dal balcone di casa e lo placcherò a terra chiedendogli, gentilmente: dammi sta cazzo di patente, sacco di merda!