otto splendidi cinquantenni

sabato 18 febbraio, 2017. sera

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sto aspettando che lo strudel broccoli e salsiccia si raffreddi. non so come è venuto. l’aspetto è bello. sono riuscito a dorarlo senza bruciarlo. il sapore… lo scoprirò a cena

mi sono comprato una confezione di noodles, una di quelle in cui basta versare dell’acqua calda. non ho voglia di cucinare e stasera mi va bene così.

oh, ieri sera sono uscito con i miei compagni classe. eravamo in otto. ci sono state due defaiance improvvise purtroppo. in dieci avremmo fatto di sicuro più casino.

si, dico a perchè è sempre così che va a finire quando ci troviamo: poco per volta il clima si fa più allegro, le battute migliorano e i tono di voce si alzano fino ad arrivare alla risata sguaiata.

sapete cosa mi piace di noi? che anche se ridiamo, diciamo cazzo e minchia, non finiamo nel becero e nel volgare.

siamo come degli indiani radunati attorno al falò a raccontarci le storie della nostra vita mentre mangiamo la carne cotta sulla brace. si ricordano i fatti della scuola, le indianate appunto, i professori e i loro modi di dire, le battute più belle dell’epoca.

parliamo anche dell’oggi e del domani, dei nostri lavori, delle famiglie e di cosa potrà succedere nel futuro a venire.ci scopriamo adulti anche se parliamo del passato di adolescenti.

le rughe aumentano e si fanno più profonde; i capelli ingrigiscono o diventano trasparenti. lo spirito, invece, non invecchia e il calore umano che si genera al centro del nostro cerchio è rassicurante.

sarà stato contento il padrone della piola quando avrà visto le due bottiglie di liquore all’arancio svuotate in un amen?

(dedicato a quella classe di elettronica che sarà per sempre nel mio cuore)